Al Teatro Basilica di ROMA la storia della “ragazza folle” amata da W.B. Yeats,
un genio dimenticato
Lunedì 20 marzo 2023, ore 19 Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimenti posti
Nel 1934, William Butler Yeats, il grande poeta, Nobel per la letteratura, senatore dell’Irish Free State, bardo dell’identità d’Irlanda, conosce Margot Ruddock, attrice ventiseienne, di fulminea bellezza. È l’inizio di un legame estatico ed estetico, esoterico ed esasperato: in Margot, Yeats intravide i caratteri della menade moderna, della donna pienamente ispirata, pura e folle. A lei, Yeats dedica due tra le più belle poesie del suo canone, Sweet Dancer e A Crazed Girl. Quest’ultimo testo, in particolare, mette in versi un fatto realmente accaduto: fuggita dal marito, raggiunto Yeats a Maiorca, Margot, in uno dei suoi accessi di follia, si getta da una finestra. È il maggio del 1936: la giovane donna con “l’anima divisa da se stessa”, si salva, comincia “a cantare le proprie poesie… era in una sorta di estasi”.
Lavorando con Yeats, Margot Ruddock scopre un talento poetico dal nitore spiazzante: la sua voce, delicatissima, proviene, forse, dai remoti meandri di Delfi, da un labirinto in cui abita un Minotauro donna. Nel 1937, per l’editore londinese Dent – quello di Dylan Thomas – Margot Ruddock pubblica il suo unico libro di poesie, The Lemon Tree. Un pegno e un monito, un libro che diventerà ‘di culto’. Una specie di congedo. La donna, infatti, svanisce poco dopo divorata dalla malattia psichica: incontrollabile, è rinchiusa in diversi ospedali psichiatrici; in uno di questi morirà, nel 1951, a 44 anni. I suoi ultimi tredici anni di vita sono travolti dall’enigma. Tutti hanno tentato di dimenticarla.
In scena, Bruna Sdao e Alessio Esposito, del Gruppo della Creta, interpreteranno il legame tra Yeats e Margot Ruddock, tra visioni, sopraffazioni, lotte. La messa in scena del libro porta a concentrarsi su alcuni temi fondamentali: il valore “magico” della parola poetica; il legame tra poesia e gesto politico; la prepotenza dell’amore carnale come verbo incarnato; l’arcana, terribile connessione tra poesia e follia.
“In tutto ciò che ha a che fare con gli esseri umani sono un giocatore d’azzardo… Come ci siamo scelti tu e io? Penso che sia avvenuto prima ancora che ci fossimo visti la prima volta”: così scrive Yeats a Margot Ruddock