A Monsummano Terme al Teatro Ives Montand, 1 dicembre 2023, è andato in scena un lavoro degno di attenzione: “ROI (io non sono me)”.
La tematica sulla quale ruota la pièce è la paura di un futuro incerto che potrebbe vederci tutti confinati e allineati in agglomerati chiusi verso l’esterno; cosa che in parte sta già avvenendo, vedasi il timore di criminalità, di malattie o di cataclismi. Ma l’autore va oltre, come un moderno Nostradamus vede già le ombre di un mondo tragicamente possibile; lo scenario che si presenta è governato da un’anonima “Compagnia” dove l’interprete principale, che matura molto lentamente “dove si trova”, ricorda Ibsen nel “Mamma dammi il sole” (Spettri). Infatti l’ambiente nel quale sopravvivono le persone, pur dotato di tutti i confort, è chiuso ermeticamente e manca quindi quella che è l’essenza dell’uomo: la Natura, il sole, il mare e soprattutto il cielo del quale nessuno ricorda più il colore.
Facile quindi constatare quanto siamo già nella fase del “brainwashing” senza che ce ne rendiamo conto;. Nel cinema Federico Fellini in “Ginger e Fred” iniziò a descrivere questo mondo in cui il capitalismo selvaggio manipolava le genti. E consentitemi un fermata anche da Orwell: “Who controls the past controls the future. Who control the present controls the past.”
Piegare per indottrinare l’uomo moderno pare essere uno degli elementi denunciati in questo lavoro, che a me pare anche propedeutico per invogliare le nostre coscienze verso un comportamento autonomo ergo meno allineato alla massa. Ma vi è un altro aspetto, ad un livello più profondo, che emerge a sorpresa nel finale, quello del conflitto con il proprio sé, poiché l’Uomo è sopraffatto non solo dai media, ma dal proprio ego.
Bravi tutti gli interpreti con un cenno particolare alla versatilità e all’ottima recitazione di Francesco Ercolani il protagonista e con un Marino F. Arrigoni che, con un non breve cameo, chiude con eleganza e giusta ironia lo spettacolo.
Francesco Ercolani è anche l’autore del copione; Marino F. Arrigoni regista e play maker di tutto lo spettacolo.
Pietro Lulli